lunedì 21 maggio 2012

Stupore e tremori

Ho scelto questo titolo per riassumere il momento che sto vivendo e ricordare un bellissimo romanzo della folle (ma geniale) Amélie Nothomb letto qualche anno fa.
A due passi da casa mia, il terremoto ha seminato terrore, distruzione e morte, in una zona considerata a rischio sismico "medio-basso". Migliaia di sfollati, chiese, campanili e palazzi storici sbriciolati in venti lunghissimi secondi. Nel mio paese lo abbiamo sentito in tutta la sua forza, come un rombo che aumenta progressivamente, un tuono che non dimentichi più. Ieri io e Gunther abbiamo fatto un giro in macchina nei dintorni, increduli di fronte all'assoluta mancanza di crepe, calcinacci e simili... a quindici chilometri di distanza il disastro, e qui nulla, solo paura, paura e paura. Il mio primo pensiero, sabato notte, è andato a mia figlia, che ha continuato a dormire tranquilla nel suo lettino, facendo solo un piccolo versetto, forse disturbata dal cane del vicino che abbaiava senza sosta. Non sopporto la retorica mielosa sulla maternità, ma in quel momento mi sono sentita _madre_ più che mai... l'istinto di protezione della prole ha prevalso su ogni altro stato d'animo, panico compreso. Mi sono chiesta quale fosse la scelta migliore per la piccola, e insieme a Gunther, dopo aver verificato che nell'appartamento, nel palazzo e fuori non c'erano danni, abbiamo deciso di non svegliarla e restare in casa, ovviamente pronti a uscire in caso di emergenza.
Ora siamo qui, in un lunedì piovoso e freddo, a cercare di riprendere il filo della quotidianità, di lavorare, di vivere, consapevoli che potrebbe arrivare un'altra forte scossa: quelle di assestamento, per ora, non si sono fermate, anche se ne abbiamo avvertite solo alcune.
E pensare che sabato è stato un giorno splendido, colmo di energia positiva, di gioia e di entusiasmo... Venerdì pomeriggio, infatti, ho ricevuto una proposta lavorativa che mi ha lasciato incredula, basita... Uno di quei treni che passano una volta sola e che possono aprire scenari inaspettati, rimescolare le carte, farti ritrovare la fiducia in un mestiere che stavi seriamente pensando di abbandonare. Care blogamiche, fate il tifo per me... entro pochi giorni saprò se la cosa andrà in porto. Ora devo mettermi di buona lena a lavorare a questo progetto, sperando che mi aiuti a non pensare al resto.
Grazie di cuore per l'affetto con cui avete accolto il mio ritorno su questi schermi! Un abbraccio e a prestissimo (o a prestino, che è più verosimile, va'...). Vostra Elinor

giovedì 17 maggio 2012

A volte ritornano...

Sì, sono viva. I miei, ehm... quattro lettori forse stavano iniziando a preoccuparsi. Trovare un commento della cara ElizabethB mi ha convinta a scrivere un breve post, nonostante mi fossi ripromessa di farlo solo quando sarei guarita del tutto. In questo arco di tempo ho avuto qualche problema di salute, non grave ma fastidioso e limitante, che mi ha fatto riflettere (perdonate la retorica) su quante cose ho sempre dato per scontate. Sulle fortune che ho avuto, e che spesso ho ignorato, preferendo l'autocommiserazione immotivata. Ora che inizio a sentirmi meglio, sto cercando di recuperare il tempo perduto, ma non è semplice... Spazio per il web, nelle ultime settimane, praticamente zero: ho utilizzato le pochissime energie di cui disponevo per occuparmi di mia figlia (anche perché Gunther è stato in trasferta quasi senza soluzione di continuità) e tentare in qualche modo di lavorare. Ringrazio chi mi ha pensata e prometto che farò di tutto per "rimettermi in pari". Lati positivi dei problemi di salute: lunghe dormite (grazie alla preziosa collaborazione della nana) e visione serale, sdraiata sul divano, di svariate serie "letterarie" in costume della BBC, una più bella dell'altra, con attori strepitosi per lo più sconosciuti in Italia. Meraviglia!
Baci diffusi, e a risentirci presto, spero!